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(Non) buona la prima: lo sfortunato debutto di Ghidini-Ferrari in un RallyCircuit

Anno nuovo, vita nuova… si dice così, giusto? Bene, l’inizio del nuovo anno non ha certo risparmiato al sottoscritto una ventata di novità sotto il profilo agonistico.
Per la prima volta ho infatti avuto l’opportunità di affrontare un RallyCircuit, al fianco di un nuovo pilota e con una vettura sulla quale non ero mai salito; ma andiamo con ordine…
Innanzitutto, la gara: il Franciacorta RallyShow è una di quelle manifestazioni “ibride” chiamate appunto RallyCircuit, che si svolgono come un Rally ma con le prove speciali allestite dentro ad un autodromo. L’appuntamento franciacortino ha come teatro la pista di Castrezzato e sfruttando anche le strade di accesso al piazzale per i corsi di guida sicura, al centro dell’impianto, gli organizzatori hanno disegnato un percorso interessante, che alterna tratti stretti e tortuosi ad altri larghi e veloci.
Il pilota che mi ha voluto come suo navigatore è Giovanni Ghidini, che corre in casa dato che abita a due passi dall’autodromo di Castrezzato, ma come me è alla sua prima esperienza in una competizione del genere, dato che finora ha gareggiato quasi esclusivamente nelle cronoscalate.
E, infine, la macchina: una Renault Clio Williams di gruppo A, cioè un mezzo che ha scritto un pezzo di storia dei Rally, dato è sempre stata un punto di riferimento nella sua categoria ed è un modello che tanti grandi piloti hanno utilizzato in passato (fra questi, Paolo Andreucci, che ha vinto il Campionato Italiano per ben 11 volte); si tratta di una vettura che, pur con oltre 20 anni di attività sulle spalle, ancora oggi può fornire prestazioni di tutto rispetto, grazie ad un’ottima tenuta di strada, a dimensioni compatte che la rendono particolarmente agile e ad un motore capace di esprimere oltre 200 cavalli.
Salire sulla Clio Williams è una bella emozione sia per me che per il mio pilota, al debutto su questa piccola belva con la quale prendiamo contatto per la prima volta solo il sabato mattina, poche ore prima che parta il Rally, per lo shakedown: un breve test di 20 minuti che si articola sul percorso di gara e che sfruttiamo giusto per farci una prima idea del comportamento dell’auto, che si rivela sincera e intuitiva.
Dopo lo shakedown, giusto il tempo di prendere le note del percorso (girando con auto di serie, come vuole il regolamento), ricontrollarle, pranzare di volata e poi via! Si parte!
Nel nostro abitacolo, la tensione è a mille, anche perché rispetto ad un Rally vero e proprio, in un RallyCircuit è presente anche la variante del traffico in pista, dato che alcune prove prevedono di percorrere più giri del tracciato; non vogliamo correre grossi rischi, almeno sul primo tratto cronometrato e cerchiamo di prendere ancora un po’ di confidenza con la macchina e di mantenere alta la concentrazione anche nel momento in cui ci troviamo a fare lo slalom in mezzo ai rottami di un’altra Renault Clio che poco dopo averci sorpassato, arriva troppo forte ad una chicane con il risultato di centrare in pieno una pila di gomme di protezione, capottandosi, il tutto fortunatamente senza conseguenze fisiche per l’equipaggio.
Terminata la prima prova senza aver commesso errori, se non una piccola sbavatura ad un’inversione che ci fa perdere qualche secondo, ci attende il secondo tratto cronometrato, ma nel momento in cui accendiamo la macchina, il motore non ne vuole sapere di andare in moto: il problema sembra essere nell’impianto elettrico e i meccanici riescono a risolvere la questione giusto in tempo per evitare di incorrere in penalità… sfortunatamente è il preludio a quanto accadrà di lì a poco. La seconda PS prevede 4 giri e mezzo del tracciato lungo oltre 4 KM, ma un incidente (senza conseguenze per l’equipaggio coinvolto) obbliga la direzione gara a farci percorrere un giro in meno.
A questo punto ci prepariamo per l’ultima prova di sabato, con il buio, ma in quel momento non potevamo ancora sapere che in realtà il nostro Rally era già finito: la centralina fa i capricci, il guaio è serio e non è riparabile in tempi brevi. Con l’ausilio di un tecnico esterno, la funzionalità della vettura viene ripristinata durante la notte, in modo da farci tornare in gara per i tre tratti cronometrati di domenica mattina, che percorreremmo con il solo obiettivo di fare esperienza e divertirci data la forte penalità che abbiamo ricevuto per aver saltato una PS, ma prima di ripartire sulla Clio preparata e seguita dalla Colombi Racing emergono nuovi problemi che sanciscono il nostro ritiro definitivo, il primo in assoluto per il sottoscritto.
Su oltre 60 KM cronometrati, ne abbiamo percorsi meno della metà: un vero peccato dato che era una bellissima occasione per fare esperienza, con una macchina davvero interessante e competitiva e in una competizione divertente, sia per chi corre, sia per il pubblico (che nonostante le temperature rigide soprattutto la domenica mattina era numeroso sulle tribune dell’autodromo).
Devo ringraziare Giovanni Ghidini che mi ha voluto come copilota (su suggerimento di Diego Taboni: ringrazio calorosamente anche lui!) e spero che avremo occasione di rifarci: la sorte ha un debito con noi!
E ringrazio ovviamente tutti coloro che ci hanno sostenuto, in ogni modo, facendo il tifo per noi: familiari, parenti, amici. Merita una menzione mio padre, onnipresente nella giornata di sabato, che praticamente non ha mai perso di vista la nostra Clio bianca, sia quando eravamo in pista, sia quando eravamo fermi in assistenza fra una prova e l’altra.
Sapendo che, come dico sempre, in questo mondo entrano in gioco molte variabili (soprattutto economiche) e quindi ogni gara può essere l’ultima, concludo dando l’appuntamento (incrociando le dita) alla prossima gara!

Foto tratte dal profilo di Facebook di Matteo Ferrari : Foto Tazio