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Gianni Morbidelli ha superato il “battesimo del fuoco” del Mondiale Rallycross FIA

Questo fine settimana il pilota pesarese lo ha passato allenandosi per la conclusione della stagione nel campionato turismo TCR International Series e lo ha fatto in auto sì, ma cambiando disciplina: col team tedesco di Rene Münnich ha preso parte una-tantum alla gara italiana del Mondiale Rallycross FIA a Franciacorta. Con l’Audi S3 Supercar Morbidelli si è divertito a scoprire i trucchi di una categoria in rapida ascesa di gradimento ed ha pagato anche un prevedibile scotto di noviziato, specie nella prima manche in entrambe le giornate, ieri al via quando è stato spinto in testacoda da un avversario ed oggi quando ha fatto un “lungo” nell’area fangosa. Morbidelli ha però apprezzato la sfida, migliorando i tempi man mano prendeva confidenza con la categoria, anche se non abbastanza da entrare nelle semifinali e finali, poi vinte dalla Ford Fiesta dello scandinavo Anders Bakkerud. Tra gli scandinavi Morbidelli tornerà presto, perché martedì partirà per la Thailandia dove correrà domenica prossima con la Honda Civic del team svedese WestCoast Racing insieme al tedesco Rene Muennich ed all’americano Kevin Gleason.

L’OPINIONE DI GIANNI SU FRANCIACORTA

“Ero convinto che guidare un’auto da 600 cavalli come l’Audi S3 preparata dal team All-inkl.com Racing nel rallycross sarebbe stato divertente e così è stato. Ho passato un bel weekend in mezzo a tanto pubblico per cui ringrazio l’amico Rene Muennich che mi ha coinvolto in questa disciplina. Nel test a Maggiora, su un tracciato più scorrevole, mi ero trovato più a mio agio: a Franciacorta le condizioni erano molto diverse, specialmente la zona dello sporco è passata dalla sabbia al fango di oggi quando ha iniziato a diluviare e lì sicuramente pagavo un dazio. Peraltro nel rallycross non è che puoi fare un corso accelerato per imparare a gestire la terra, fai trenta passaggi nel weekend (anzi una ventina se togli i giri jolly) ed imparare a gestire buche da venti centimetri di diametro in gara e tra avversari scatenati è più facile a dire che a fare. Su un tracciato più scorrevole o con una zona di terra più dura e compatta credo avrei potuto dire la mia almeno e magari arrivare alle semifinali. Del resto hanno detto un po’ tutti che Franciacorta quest’anno è stato il tracciato del Mondiale più duro da affrontare”.