Fantin 2205

F.Renault 3.5 – Monaco – Draco e Fantin subito nella top 5

Sveglia all’alba, monoposto in fila indiana nella zona del Tennis Club di Monte-Carlo alle ore 7.30, ingresso in pista alle ore 8. E’ iniziata così, come da tradizione, la terza prova del campionato World Series Renault che questa mattina ha visto lo svolgimento del turno libero unico di 45 minuti. E’ sempre un momento importante della stagione la tappa nel Principato di Monaco, in concomitanza con il mondiale F.1. Un appuntamento prestigioso e particolare, che vede il paddock situato nei pressi del Tennis Club, e la disputa di una sola sessione libera, una qualifica e una gara contrariamente a quanto avviene nelle altre prove stagionali quando vi sono due turni libere, due qualifiche e due corse. Il team Draco, che in passato ha vissuto giornate eccezionali sul tracciato cittadino monegasco, è stato protagonista con Pietro Fantin che fin da quando è uscito dalla corsia box ha occupato le prime posizioni della classifica. Il brasiliano ha concluso la sessione al quinto posto in 1’25”369 e si è detto fiducioso di potersi migliorare in occasione della qualifica che si svolgerà sabato mattina. Al debutto assoluto a Monte-Carlo, Luca Ghiotto ha subito trovato un buon passo, purtroppo dopo 11 giri alla prima curva Sainte Devote è arrivato leggermente lungo ed ha colpito il rail danneggiando l’anteriore della sua monoposto. Il rookie italiano non ha potuto proseguire perdendo così l’opportunità di completare altre tornate che gli avrebbero permesso di conseguire maggiore fiducia in vista della qualifica.

Simone Giglio – Team Manager

“E’ stata una sessione particolarmente positiva per Fantin che non ha avuto problemi di alcun tipo. E’ entrato in pista determinato e sereno e subito ha ottenuto tempi importanti che gli hanno permesso di occupare il quinto posto finale. Peccato per Ghiotto che ha avuto un incidente, ma per un debuttante sono cose che possono capitare. Dispiace solo che ha perso almeno una decina di giri rispetto agli altri piloti e anche perché stava dimostrando di non avere timori reverenziali per il tracciato andando subito forte”.