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PRESENTATO IL LIBRO DI GIANFRANCO COLASANTE “MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO”

È stato presentato questa mattina a Roma, presso la Sala A del Palazzo delle Federazioni di Via Vitorchiano 113-115 (Roma), il libro di Gianfranco Colasante “Miti e Storie del Giornalismo Sportivo – La Stampa Sportiva Italiana dall’Ottocento al  Fascismo”, edito da Garage Group Srl, che ripercorre storie e scenari dei pionieri e delle testate che hanno affiancato e promosso lo sviluppo dello Sport in Italia: da A.G. Bianchi ad Emilio Colombo; dalla “rivista Velocipedista” a “La Gazzetta dello Sport”.

Presenti all’incontro al fianco dell’autore il “padrone di casa” Mario Scarzella, Presidente della Federazione Italiana di Tiro con l’Arco, l’editore Andrea Ialongo ed i giornalisti Valerio Piccioni de La Gazzetta dello Sport e Giacomo Crosa di Mediaset.

“Miti e Storie del Giornalismo sportivo” fa parte di una Collana di studi ed approfondimenti sullo sport italiano ideata e curata dallo stesso Gianfranco Colasante, edita da Garage Groupe che comprenderà anche i seguenti titoli:

- Bruno Zauli

“Il più colto uomo di sport”

(la cui uscita è prevista questa primavera)

- La nascita del movimento Olimpico in Italia

Dal conte Brunetta d’Usseaux alla costituzione del CONI

- A-Z: Cinque Cerchi Azzurri – 1896 / 2014

Tutti i 5000 italiani che hanno gareggiato ai Giochi Olimpici

- Alle radici del giuoco del calcio in Italia

Le società e i giuocatori che hanno scritto la leggenda del football.  

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Collana di Storia e Cultura dello Sport
a cura di Gianfranco Colasante

(1.) MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO La stampa sportiva italiana tra Ottocento e Fascismo ISBN 978-88-909166-0-1 Sport e giornalismo: un binomio saldato oggi dalla passione di milioni di lettori e di appassionati. Uno dei maggiori fenomeni di massa del nostro tempo. Ma come è cominciato tutto questo? Questo libro si propone di fornire delle risposte, risalendo alle origini del giornalismo sportivo italiano, quando non c’erano ancora (e non s’immaginavano neppure) né la radio né la televisione, tantomeno internet e i giornali online del copia-incolla. Un viaggio affascinante (e sconosciuto) che muove dai primi avventurosi ebdomadari, per giungere fino alle fortune dei quotidiani di sport. Le origini del nostro giornalismo sportivo riscoperte e narrate attraverso le vicende umane e professionali dei Pionieri e di quanti, in quel giornalismo povero e di frontiera, hanno creduto ed operato con entusiasmo e passione. Ma anche una occasione per riscoprire ­ come mai è stato fatto prima ­ le oltre 400 testate sportive apparse in Italia tra il 1859 e il 1919: un inedito contributo alla cultura dello sport e, nello stesso tempo, una riscoperta del prezioso sostegno fornito dai giornalisti alla nascita e allo sviluppo dello sport nazionale. (2.) BRUNO ZAULI “Il più colto uomo di sport” ISBN 9788890916618 La citazione è di Gianni Brera che gli fu amico fedele e che gli dedicò molti suoi scritti. Un riconoscimento meritato per Bruno Zauli ­ medico, giornalista, studioso, pedagogo, presidente della FIDAL, segretario generale del CONI ­ la cui ombra copre almeno un trentennio di sport italiano, il periodo più sofferto e difficile, e al cui lavoro, quasi una missione, si devono, ridotti in soldoni e in ordine cronologico: ­ la rifondazione della federazione d’atletica e la riorganizzazione, nel dopoguerra, dello sport italiano e del CONI;

­ la ricostruzione e l’ampliamento dell’intera rete impiantistica nazionale; ­ l’introduzione dello Sport nella Scuola; ­ la doppia celebrazione olimpica di Cortina ’56 e Roma ’60. Anche a cinquant’anni dalla morte, avvenuta nel dicembre 1963, non parrebbe poco per ricordare il dirigente sportivo e, soprattutto, l’uomo. Una vita intensa se non lunga, la sua, tutta spesa sulle doppie sponde dell’atletica e del CONI improntata a far lievitare quel culto per uno sport percepito quale sintesi tra valore fisico e idealità morali. Concetti nobili, anche se non più attuali, sostenuti da una profonda sapienza tecnica e da una solida cultura umanistica. Una eredità preziosa che lo sport italiano non dovrebbe disperdere.

In preparazione: (3.) LA NASCITA DEL MOVIMENTO OLIMPICO IN ITALIA Dal conte Brunetta d’Usseaux alla costituzione del CONI 1844: nasce a Torino la prima società sportiva italiana; 1869: si costituisce la prima delle federazioni nazionali; 1894: viene fondato a Parigi il Comitato Olimpico Internazionale; 1896: di celebra ad Atene la prima Olimpiade dell’era moderna; 1903: i Giochi Olimpici del 1908 vengono assegnati a Roma (che poi deve rinunciare); 1908: viene costituito il CONI (accolto nel CIO nel 1915). Partendo da queste date, questo saggio, riscopre gli eventi e gli uomini che hanno gettato le basi del Movimento Olimpico italiano: dal conte Brunetta d’Usseaux al marchese di Brichanteau, da Fortunato Ballerini al generale Carlo Montù. E con loro le cento e cento figure che hanno animato il composito scenario politico/sportivo dissoltosi all’avvento del fascismo. Un viaggio affascinante ­ lungo i primi anni dello sport italiano ­, suffragato da documenti e particolari inediti, che intende testimoniare il difficile cammino, tra indifferenza e ostilità, sfociato nella solida organizzazione sportiva per il nostro Paese. Una porzione di questo studio venne pubblicata nel 1996, e fuori commercio, per celebrare il Centenario della prima Olimpiade. Recensendo quell’estratto, il Magazine della Gazzetta dello Sport aveva scritto: “Un grande gioiello, un punto di partenza fondamentale per qualunque ricerca successiva “. Questa ne è la versione finale. (4.) A-Z: CINQUE CERCHI AZZURRI ­ 1896 / 2014 Tutti i 5000 italiani che hanno gareggiato ai Giochi Olimpici Da Atene 1896 a Sochi 2014 gli atleti italiani sono stati sempre presenti ai Giochi Olimpici, sia estivi che invernali: un privilegio che nel mondo è solo di pochissimi Paesi. Un motivo

di orgoglio, ma anche spunto per una riflessione che è all’origine di questo lavoro. Non è, infatti, mai apparsa in Italia una pubblicazione che riepilogasse in maniera organica ­ e di facile consultazione ­ tutte le vicende che hanno caratterizzato tale costante presenza. Con una analisi e una ricostruzione che spazia dal fronte politico/organizzativo a quello più strettamente tecnico/agonistico. Una ricostruzione che abbraccia tre secoli e che ­ nell’imminenza di Rio 2016 ­ ripresenta e illustra esaltanti scenari di personaggi e di atleti, uomini e donne, che hanno meglio interpretato i valori dello sport olimpico italiano. Il volume è incentrato sulle note biografiche dei 5000 atleti azzurri che hanno preso parte a tutte le edizioni dei Giochi Estivi e Invernali, senza tralasciare i medagliati alle ParaOlimpiadi e gli artisti presenti ai Concorsi d’Arte voluti da de Coubertin. Un contributo alla missione prioritaria del CONI: la partecipazione della gioventù del nostro Paese ai Giochi Olimpici. (5.) ALLE RADICI DEL GIUOCO DEL CALCIO IN ITALIA Le società e i giuocatori che hanno scritto la leggenda del football Il giuoco del calcio ­ o “palla al calcio”, come si diceva alle origini ­ inizia a diffondersi in Italia a cavallo tra Ottocento e Novecento, in coincidenza con la prima grande trasformazione economica e sociale del Paese. Nascono le società calcistiche, dapprima incentrate nelle città del triangolo industriale (Torino, Genova, Milano), poi in tutti gli altri centri. Il giuoco si diffonde con grande rapidità e già nel biennio 1909-10 può ritenersi un fenomeno d’aggregazione popolare, cui contribuisce il dinamismo della “Federazione Italiana Giuoco Calcio” che compie la scelta coraggiosa di rigettare il termine inglese “football” per un più familiare e rassicurante “Calcio”. Si amplia il numero dei club e dei giocatori, nasce l’organizzazione arbitrale, si potenzia il Campionato, fa il suo esordio la Nazionale: nello stesso tempo, attorno ai campi di gioco ­ che ciascuna società costruisce e gestisce a proprie spese ­, si vanno affollando a migliaia gli spettatori, mentre fa la sua comparsa il “tifo”, con i suoi entusiasmi e i suoi inevitabili eccessi. Questo libro ripercorre e riscopre i nomi e gli scenari che animarono gli anni dei Pionieri, il fertile terreno che ha prodotto quel grande amore per il “giuoco del calcio” che ha unito generazioni di italiani. In appendice le schede dei 51 club e i “tabellini” degli oltre 2000 calciatori che hanno dato vita ai Campionati di Prima Divisione tra il 1898 e il 1915. Gennaio 2014

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MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO La stampa sportiva italiana dall’Ottocento al Fascismo (le oltre 400 testate dimenticate) di GIANFRANCO COLASANTE
GARAGE GROUP SRL – ROMA ISBN 978-88-909166-0-1 Pag. 352 ­  € 20,00 Qual’era e, soprattutto, com’era il giornalismo sportivo quando non esistevano telefoni o fax, quando neppure Giulio Verne s`era spinto ad immaginare televisione o Internet? Questo volume ­ in copertina un disegno di Golia (Eugenio Colmo), uno dei maggiori illustratori del primo Novecento ­ ripercorre quei lontani giorni e le vicende dei primi giornali e giornalisti di sport. Pochi ricordano che il primo quotidiano sportivo apparve in Italia già nel 1905 e che il primo settimanale di calcio vide la luce nel 1910. Ma soprattutto che il primo giornale dedicato alle attività ludiche e sportive porta la data del 1859! Sport e giornalismo: un binomio inscindibile, saldato oggi dalla passione di milioni di lettori e di appassionati, ma soprattutto dilatato dalla TV al maggiore (e costoso) fenomeno sociale del nostro tempo. Ma come è cominciato tutto questo? Questo libro si propone di fornire delle risposte, risalendo fino alle profonde radici del giornalismo sportivo italiano: quando, cioè, non c’erano ancora (e non s’immaginavano neppure) né radio né televisioni, tantomeno Internet o la comunicazione on-line. Un viaggio affascinante (e del tutto sconosciuto a chi, oggi, segue lo sport comodamente seduto in poltrona) che muove dai primi avventurosi ebdomadari apparsi prima dell’Unità della nazione, per giungere fino al consolidamento, e alle fortune, dei quotidiani di sport. Le origini del Giornalismo sportivo nel nostro Paese riscoperte, e narrate, attraverso le vicende umane e professionali dei maggiori pionieri e di quanti, in quel giornalismo di frontiera, hanno creduto ed operato con entusiasmo e passione. Ma anche una occasione per riscoprire ­ come mai è stato fatto prima ­ attraverso complete schede bibliografiche, le 400 testate di sport apparse in Italia tra il 1859 e il 1919. Un inedito e prezioso contributo, quest’ultimo, alla cultura dello sport (della quale tanto si sente parlare, nel nostro Paese, ma senza verifiche concrete), un patrimonio unico che le istituzioni avrebbero il dovere di tutelare e tramandare. In sintesi, un viaggio professionale ed umano su un secolo di storia, tra Ottocento e Fascismo, per una (ri)scoperta del fondamentale sostegno fornito dai giornalisti alla nascita e allo sviluppo dello sport nazionale. Scriveva oltre mezzo secolo fa G.C. Corradini [1886-1966], uno dei maggiori esponenti di quel giornalismo d’avanguardia, fondatore nel 1912 del Guerin Sportivo: “non si chiede ai neòfiti che oggi militano in fitta schiera nel giornalismo sportivo di rendere omaggio … ai sacrari di coloro che, in tempi lontani e in dignitosa povertà di mezzi, aprirono le via ad una specializzata attività professionale, ma se riconoscenza per quei pionieri non si pretende, apprendano almeno, i nuovi venuti, i nomi e le opere di quanti contribuirono alla creazione e allo sviluppo di questo giornalismo sportivo nel quale hanno trovato un confortevole collocamento”. Più in sordina, l’uscita di questo studio ha coinciso col centenario della fondazione, avvenuta il 21 novembre 1913, dell’ASSI (Associazione Stampa Sportiva Italiana), la prima organizzazione di categoria che, sciolta dalle leggi fasciste sulla Stampa, è risorta nel 1947 con il nome di USSI, pronubi all’epoca il giornalista Bruno Zauli e Giulio Onesti che sostennero nei primi anni il nuovo organismo. Una coincidenza, e una possibile celebrazione, purtroppo mancate per rinverdire gli antichi fasti di una professione che ­ alle sue radici ­ annovera personalità di prestigio che vanno da A.G. Bianchi a Edgardo Longoni, da G.C. Corradini a Lando Ferretti, da Emilio Colombo a Emilio De Martino. Come possibile dimenticarli? Per acquisti: (spedizione gratuita) C/C Postale: 001016765412 o Accredito Bancario: IBAN IT19E076 0103 2000 0101 6765 412 Rimesse intestate a Garage Group Srl ­ Roma Per informazioni: info@garagegroup.it fax 06-23.32.08.416