Ceccon: “La F.1 è un’esperienza esaltante”
Con la sessione pomeridiana di oggi ad Abu Dhabi, Kevin Ceccon ha concluso la sua prima esperienza in Formula 1. Il campione in carica dell’Auto GP ha potuto guidare per un giorno e mezzo la Toro Rosso STR6 pilotata da Jaime Alguersuari e Sebastien Buemi negli week-end di gara ed ha sfruttato questo rookie test al meglio, mostrando un trend in costante miglioramento e colpendo lo staff tecnico del team sia per la capacità di portare a termine tutti i compiti assegnatigli senza errori che per la sua rapidità in pista.
Ecco come lui stesso ha raccontato a caldo un esperienza che per un pilota rappresenta la realizzazione di un sogno:
Allora Kevin, prima di tutto come hai vissuto questo test?
“Con concentrazione, determinato a dare il meglio di me stesso. Non dico che non ci sia stata emozione, il primo giro appena uscito dai box è stato incredibile da questo punto di vista, ma è passata in fretta. Ci sono troppe cose da fare, tante indicazioni da seguire, tante procedure da ricordare. E siccome l’occasione era di quelle importantissime, non ho pensato ad altro se non a fare il mio lavoro nel modo migliore possibile”.
Credi di esserci riuscito?
“Sì, da questo punto di vista non ho nessun rimpianto. Il team sa bene che tipo di programma abbiamo impostato, e sono convinto di aver raggiunto quello che era il limite della macchina, all’interno del range di performance che era possibile con quel tipo di impostazione.
Non abbiamo mai lavorato sulla prestazione, basti dire che in un giorno e mezzo non abbiamo mai montato le gomme Supersoft, che da sole sarebbero valse un miglioramento di un secondo e mezzo. Anche il KERS lo abbiamo utilizzato solo nel pomeriggio di oggi.
Del resto il programma del team era diverso: dovevano valutare soluzioni tecniche in vista del GP del Brasile, dove si giocheranno il settimo posto della classifica costruttori, e anche novità in chiave 2012 comprese le gomme di nuova specifica fornite dalla Pirelli. Certo, fare almeno un run ‘da qualifica’ per assaggiare le prestazioni di una F1 spinta al massimo mi sarebbe piaciuto, ma dall’altra parte devo riconoscere che essere coinvolto in un lavoro di sviluppo così importante per il team è stato altrettanto gratificante”.
Qual è la cosa che ti ha colpito di più della Formula 1?
“Quello che mi ha colpito di più è la quantità di cose che si possono imparare in pochissimo tempo. Con uno staff così numeroso che lavora intorno a te hai a disposizione una mole enorme di informazioni, saperle interpretare può fare un’enorme differenza. Da questo punto di vista, vedere come un team di Formula 1 porta avanti il lavoro di sviluppo è stato illuminante: credo potervi partecipare con una certa regolarità sia una parte fondamentale della crescita di un pilota, e questo è uno dei motivi per cui mi piacerebbe avere al più presto un’altra occasione”.
Hai avuto a che fare con DRS e KERS per la prima volta, che sensazioni ti hanno dato?
“Si impara in fretta quali sono i punti della pista in cui utilizzarli per cui non richiedono un grande allenamento, però fanno una grande differenza. Con il DRS, ad esempio, è impressionante come la macchina inizi davvero a ‘volare’ una volta che il bottone viene premuto. Il calo del carico è drastico e la velocità sale davvero rapidamente, così come è impressionante quanto in fretta si recuperi il grip quando l’ala torna nella posizione standard. Anche gli 80 CV in più del KERS si fanno sentire in uscita di curva, in questo caso la cosa più difficile è dosarlo: sul volante c’è un indicatore con la percentuale di carica ancora disponibile ma scende molto in fretta, e fermarlo dove si vuole richiede un po’ di pratica”.
In un anno sei passato dalla F.3 alla Formula 1 attraverso l’Auto GP. Quanto credi che il campionato ti abbia aiutato a prepararti per il debutto nella massima formula?
“Sicuramente non sarei stato pronto per un passo del genere un anno fa. l’Auto GP mi ha insegnato moltissimo in una sola stagione, soprattutto in termini di come si guida al limite una macchina vera, con tanta potenza e un peso importante. In questo senso, è davvero un’ottima scuola, perché non avendo effetto suolo esattamente come GP2 e F1, al limite si comporta in modo molto simile. Ovviamente con la Formula 1 tutto è moltiplicato in modo esponenziale, ma il feeling di base si avvicina molto, e questo aiuta molto nel passaggio da una categoria all’altra”.
Filippo Zanier
Auto GP Media Officer