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FORGHIERI DAY

Un meeting, un happening od un incontro? Quante definizioni potremmo usare per descrivere la giornata, voluta dall’Autodromo di Modena, per fare cornice al compleanno dell’Ingegnere per antonomasia. Titolo, di studio, riduttivo, dovremmo aggiungere, come per gli hotel, le stelle che qualificano la qualità e qui non avremmo dubbi sul numero….tante, tantissime. Ci piace pensare che sia il tavolo allargato di un’osteria modenese, quando si parla in libertà, tra gli squilli di un telefono ed una mano sulla spalla, che crea confidenza e suggella un’amicizia. E’ un Mauro Forghieri che lascia libertà alle parole, che concede spazio e pensieri, sia che affondino nella memoria o nei ricordi, sia che anticipano la stagione che verrà, il passato e l’attualità passata al setaccio della discrezione e delle semplici oneste opinioni, di chi ha scritto storie importanti, che non trascendono mai in saccenti sentenze. Leo Turrini è il traghettatore degli stimoli, delle domande e delle richieste, senza formalismi e formalità; cogliamo un accenno di commozione, la voce che diventa incerta di fronte alla fotografia di Daytona 1967, frecce rosse che lasciano una scia tricolore: “Orgoglio”, la sintesi di un sentimento per un’appartenenza, ad un’azienda, ad una squadra e a un paese.

Il futuro elettrico, la Mercedes, Hamilton, la Ferrari, Binotto, Vettel, Leclerc, Lauda, Villeneuve, paragoni e confronti, incalzano le domande e non mancano le risposte, un elenco di episodi, aneddoti, previsioni e l’onore al più grande in assoluto, l’avversario di sempre: “Colin Chapman”.

Il finale è consueto, l’assalto del podio, le strette di mano, la conta degli amici e dei presenti, gli autografi, le dediche, le fotografie, i padroni di casa e gli ospiti, da Livio Grassi a Giovanna Montorsi, Margherita Bandini e Renata Nosetto, Gianfranco Palazzoli e Giordano “Dodo” Regazzoni, Gherardo Severi, Rossano Candrini, Ela Lehmann, Giuseppe Nania e Romolo Raimondi, Lello Soncini, Franco Bossi e Alessandro Rasponi, nomi illustri e sconosciuti, invitati, infiltrati e anche, ahimè, dimenticati. Ma se è vero che il rumore dei motori è musica, così come la tecnologia è una forma d’arte che anima il cuore dei materiali, l’incontro tra mondi apparentemente diversi ma in fondo simili ha avuto il suo felice incontro. Sandra Malagoli e Mauro Forghieri, la ritrattista e l’ingegnere, l’omaggio dell’arte alla tecnica, della mano libera al tecnigrafo, tratti di matita in chiaro scuro dal quale si intravede l’uomo, il tecnico, la sua vita e le sue storie, il ritratto che non disegna solo un volto ma rapisce il carattere e ne cattura l’anima.

Foto di Franco Bossi